La storia del Sagrantino è tutt’oggi avvolta nel mistero: sebbene già Plinio il Vecchio, nella sua “Naturalis Historia” menzioni la zona circostante Mevania (Bevagna, uno dei 5 comuni nei quali è ammessa la coltivazione di Sagrantino insieme a Montefalco, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria) come vocata alla coltivazione dell’uva hirtiola, si suppone che il Sagrantino sia stato importato dall’Oriente dai frati francescani. La vite di Sagrantino è stata preservata nei secoli all’interno delle mura conventuali ed il vino utilizzato nel tempo come vino della Santa Messa: da qui probabilmente il nome di Sagrantino, vino sacro.
La leggenda vuole che Federico II di Svevia, a Montefalco nel 1240 a.C., abbia curato il suo falco sacro con l’uva di Sagrantino. Da qui la credenza che attribuisce proprietà curative all’uva di Sagrantino, tramandata nei secoli fino a noi: ancora negli anni ’50 il Sagrantino passito veniva sbattuto nello zabaione e dato a noi bambini convalescenti da malattie infantili come morbillo o orecchioni in qualità di ricostituente.
La ricerca, condotta insieme alle Università di Perugia e di Firenze, nasce dalla volontà di accertare scientificamente quello che leggende e credenze popolari suggeriscono da centinaia di anni.
L’analisi della composizione chimica dell’uva ha dimostrato che il Sagrantino contiene la maggior quantità di zuccheri, polifenoli e antociani rispetto ai principali vitigni conosciuti al mondo.
L’elevata quantità di zuccheri naturali contenuti nell’uva di Sagrantino ci permette di produrre un succo senza zuccheri aggiunti e una confettura extra con una quantità di zucchero aggiunto inferiore a quella usata per altre confetture.
I polifenoli sono molecole organiche antiossidanti naturali: reagendo con sostanze ossidanti come ossigeno molecolare e radicali liberi, riducono i danni che queste molecole possono provocare alle cellule e ai tessuti.
Presenti in frutta e verdura, hanno riconosciute proprietà nella prevenzione di molte malattie degenerative, immunodeficitarie, della senescenza (Alzheimer), dell’arteriosclerosi, a livello coronario e cardiovascolare.
Tra i principali polifenoli del Sagrantino troviamo gli antociani, pigmenti contenuti nella nella buccia dell’uva che gli conferiscono, oltre ad una determinata colorazione, un elevato potere antiossidante.
La nostra confettura viene ricavata dagli acini appena raccolti, lavati, sgrappolati a mano; dopo la cottura la confettura viene immediata mente imbarattolata e e pastorizzata, senza l’aggiunta di prodotti chimici.
Grazie a un’attenta ricerca e a una lunga sperimentazione abbiamo trovato l’equilibrio perfetto tra temperatura e zuccheri che ci permette di non alterare la naturale ricchezza di polifenoli e antociani del Sagrantino.
Il Phitolab dell’Università degli Studi di Firenze, diretto dalla Prof.ssa Annalisa Romani, ha certificato che la nostra confettura conteneva 2,84 grammi di composti polifenolici per ogni kilo d’uva, una quantità nettamente superiore rispetto alle altre confetture analizzate (dati 2014).